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Mitologia bancaria

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Pierre Salsiccia Le stalle di Augia, 2012
Tempo di lettura: tre minuti. Test di leggibilità ***.
Mitologia moderna

La quinta fatica d’Ercole consistette nella pulizia delle stalle del re Augìa. In esse sterminate mandrie di buoi depositavano i loro nauseabondi residui, senza che nessuno, nonostante ogni sforzo, trovasse il modo di smaltirne gli accumuli.  Ne fu incaricato Ercole che operò un intervento straordinario, deviando il corso di ben due fiumi. Ripristinò così l’equilibrio tra effetti corporali dei buoi e definitiva pulizia delle stalle.

Questo mito greco viene alla mente con riferimento all’accumulo abnorme e allo smaltimento ancora lento degli NPL delle banche italiane. La situazione impedisce di dare all’intero sistema creditizio la patente di riacquisita robustezza. Oggi, intorno a questo dilemma, non si fa più mistero di una questione bancaria e di una questione di vigilanza bancaria.

La condizione emerge anche da un recente rapporto di Mediobanca che parla di un altro salasso miliardario per le principali banche italiane. A bocce non tanto ferme sono stati rifatti i conti per tener conto di nuove ondate di Npl. Molte di queste banche nelle ultime trimestrali si sono impegnate a distribuire utili cospicui agli azionisti. Con le nuove previsioni chissà come finirà. Se bisogna credere al mercato, l’ulteriore tonfo dei titoli bancari in Borsa risente proprio di queste prospettive, alquanto fosche.

Dal Corriere della Sera del 16 gennaio 2019

Intanto il nostro moderno re Augia, vale a dire le istituzioni europee Eba e Bce, insistono, mediante il temibile Addendum, per una pulizia più rapida delle stalle (le banche), contando su una maggiore continenza dei buoi (i cattivi debitori) e su una più rapida cessione di buoi malati (gli Npl), a qualsiasi prezzo. Le sofferenze hanno sì ridotto il loro ritmo di crescita. Gli stock sono pure diminuiti per una serie di operazioni di (s)vendita ad operatori specializzati (i famelici fondi). I crediti della specie sono però ancora i più elevati d’Europa e la loro sostenibilità pesa sui livelli di capitale. Ci vogliono azioni più decise e diverse dagli aumenti di capitale a ripetizione e dai decreti di urgenza.

Ercole, Sisifo o Tantalo?

Ercole dovrebbe dunque promuovere più risolutive gesta, affinché l’operazione di risanamento non sposti sul contribuente la residua pulizia, in specie se qualche banca, in default da anni, precipita rovinosamente. Così Ercole finisce per arrivare sempre tardi. Appena finito di pulire un angolo della stalla eccone subito un altro pieno di robaccia, difficile anche da quantificare, che richiede un intervento riparatore urgente.

Insomma da fatica d’Ercole il gioco rischia di trasformarsi in fatica di Sisifo (un masso inutilmente spinto fino alla sommità della montagna per poi ricadere all’indietro su contribuenti e consumatori) e ancor peggio in supplizio di Tantalo (un masso perennemente incombente sulla testa dei medesimi). Si tratta di rinnovate metafore mitologiche che possono aiutarci a capire meglio la situazione.

Tutti sono contrari a che Ercole continui a materializzarsi, deviando il corso dei fiumi delle risorse pubbliche verso le banche, come è purtroppo più volte accaduto.

Difficilmente il sistema potrà però risolvere i suoi problemi, a causa della sua ridotta dinamica espansiva.

Di tutti i tentativi di rilancio, il mercato e i risparmiatori poco o nulla hanno finora saputo. Di progetti industriali di crescita e di riorganizzazione del business bancario non si hanno molti dettagli. Salvo poche roboanti dichiarazioni “faremo questo o quello”, con qualche speranzosa prospettiva temporale, è difficile farsi un’idea delle concrete possibilità di rinnovamento e riconversione del banking nazionale. L’azione di pungolo delle nostre autorità ha inoltre portato a ben poco.

Da che mondo (bancario) è mondo (bancario), il riassorbimento di eccessive punte di rischio è stato ottenuto espandendo i crediti, con la ragionevole aspettativa che quelli nuovi fossero di qualità migliore dei vecchi, da digerire in tempi lunghi. Oggi il credito é stagnante. Le regole europee e gli indirizzi di Eba e Bce vanno purtroppo nel senso opposto, richiedendo di accelerare al massimo le pulizie di bilancio, pena interventi più drastici, quale il fallimento di qualche altra istituzione bancaria. A maggior ragione la spinta rigenerativa del sistema necessita di un rapido quid novi.

Quale fiume deviare

Poco o nulla si intravede invece in termini di rinnovamento di governance, accelerazione dei propositi industriali delle riforme, sviluppo di nuove attività (per non far nomi quella dei pagamenti elettronici, che ci vede ultimi in Europa), di investimenti in informatica bancaria (argomento praticamente taboo), di servizi di consulenza a maggior valore aggiunto a vantaggio del risparmio. Esso è oggi parcheggiato in forme liquide, dal rendimento infinitesimale, indice di rassegnata sfiducia.

Il sistema è avvolto nell’attesa dell’azzeramento degli Npl. Dopo di che ci si dice sicuri che potrà ripartire potendo disporre di maggiori capitali. Noi non siamo affatto certi che sarà così. Nel frattempo stiamo accumulando tanti e tali ritardi rispetto a sistemi nostri concorrenti, da condannarci ad una condizione bancaria da serie B. E ciò, pur avendo a disposizione la materia prima (i risparmi degli italiani) in misura tra le più abbondanti al mondo.

Ci sembra, e nessuno ce ne voglia, che Ercole avrebbe al momento un primo fiume da deviare. Quello del rapido e profondo rinnovamento della classe dirigente bancaria del fare e del controllare. Anche se abbiamo il dubbio che lo sforzo potrebbe essere superiore alle sue stesse forze.

E poi, racconta il mito, Ercole, al termine della sua fatica, non fu nemmeno pagato da Augìa che si appellò strumentalmente a una clausola contrattuale. Quindi anche il suo credito si trasformò in Npl.

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1 COMMENT

  1. Buongiorno amici sempre puntuali e puntuti i vostri commenti. Oggi Bankitalia ha ricevuto una tirata di orecchi perfino da Di Maio. Figuriamoci. Sul mito delle stalle, Augia non pago’ Ercole perche’ fu il fiume a pulire tutto. Un po’ come accade oggi. E’ sempre colpa di altro: della recessione, del malaffare, della UE, della BCE. Ci soffermiamo sullo zero virgola quando la nostra evasione fiscale e’ ormai stellare e le nostre banche sono state saccheggiate da compagni di metende.Un caro saluto e continuate cosi. Davide M.

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