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Impatti sociali del verde urbano.
Molti lavori scientifici riportano i positivi (o negativi) impatti sociali legati alla presenza (o assenza) di aree verdi nelle città. Un maggior numero di parchi, di alberi, di aree verdi in genere, non solo migliora l’aspetto e la qualità ambientale di un territorio. Può avere addirittura una certa influenza su questioni sociali importanti. Possono avvantaggiarsi assistenza sanitaria, istruzione, lotta alla criminalità, sviluppo economico, diritti civili.
L’obiettivo di migliorare il rapporto tra ingiustizie ambientali e disparità sociali ha spinto pianificatori e progettisti a concentrarsi su strategie innovative.
Queste strategie consistono nella possibilità di riutilizzo e adattamento delle infrastrutture presenti, a condizione che gli standard di sicurezza e salute non siano compromessi. Esiste, infatti, una vasta gamma di soluzioni rivenienti dall’uso adattivo di infrastrutture urbane obsolete o sottoutilizzate. Riguardano corridoi ferroviari, strade urbane abbandonate e aree dismesse che non necessitano di radicali interventi di bonifica. Da luoghi negletti, possono trasformarsi in siti d’elezione per tempo libero, divertimento e rinnovato senso dei luoghi. Come è avvenuto, per esempio, con la High Line di New York o il Parco della Ruhr in Germania o alcune aree recuperate di Torino e Milano.
Questi interventi stanno assumendo importanza, perché ci si accorge di ciò che non funzionava nel modello di sviluppo della seconda metà del secolo scorso. Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e renderci conto che la società opulenta non elimina, ma crea squilibri ed esaspera i contrasti sociali. Non migliora il ritmo di vita, ma lo rende più convulso e teso. Favorisce le malattie tipiche dei nostri giorni.
Basti pensare al costo delle malattie mentali nel mondo. Dal 2011 al 2013 è stato stimato intorno ai 16 triliardi di dollari. In Europa (2014) si sono avuti costi per 92 miliardi di euro/anno per ore di lavoro perdute a causa della depressione. Le malattie mentali costano 800 miliardi di euro/anno. In Italia la spesa per problemi legati alla sfera mentale ammonta a circa 14 miliardi di €/anno (Cost of disorders of the brain in Europe 2010 – European Brain Council ).
Infine, la depressione sarà, nel 2030, la prima causa al mondo dei giorni di lavoro persi per disabilità (Sole24ore, 2018). Lo stesso ambiente che ci circonda diventa sempre più deteriorato e insalubre. Basta pensare al peggioramento dell’aria che respiriamo. L’ambiente è quindi fattore di scompenso sociale.
Progetti di Urban Forestry per l’interazione sociale.
Ecco perché diverse municipalità hanno realizzato o stanno pianificando la realizzazione di infrastrutture verdi. Sono destinare a favorire passeggiate a piedi e in bicicletta, giochi, esercizio fisico e interazione sociale. Tali infrastrutture possono, con pochi e mirati accorgimenti progettuali, essere utilizzate come strategie di gestione delle precipitazioni per il miglioramento del deflusso delle acque e per la fornitura di habitat.
Capire come la dotazione di aree verdi di una città può aiutare ad affrontare questi problemi non è semplice. Il verde urbano infatti è spesso visto come un’amenità, qualcosa che piace a tutti, ma di cui nessuno ha bisogno. I meccanismi psicologici e sociali che rendono il verde in generale e gli alberi in particolare efficaci per affrontare questi problemi sono sottili e ancora non pienamente compresi. Non è, infatti, sempre chiaro chi goda dei benefici. Il singolo, le organizzazioni, la comunità.
I benefici che se ne possono trarre possono essere sia diretti (fruizione attiva del verde), sia indiretti (fruizione passiva del verde). Per questo appare interessante fare il punto su quelli che sono gli aspetti sociali legati alla presenza delle aree verdi.
Alcuni lavori hanno messo in luce il rapporto tra presenza di alberi, alcune tipologie generiche di reato (tutti i crimini, i crimini violenti, i reati contro il patrimonio) e due reati specifici (furto con scasso e atti vandalici). Si è andati anche alla ricerca di una correlazione tra livello di criminalità generale e presenza di alberi. Più verde c’è e meglio è curato e minore è il numero dei crimini riportati. Altri studi hanno evidenziato risultati contraddittori. Alcuni hanno rivelato che la vegetazione può aumentare la paura del crimine, mentre altri hanno dimostrato che la può ridurre.
Gli autori ipotizzano che gli alberi possono indirettamente ridurre la criminalità, segnalando ai potenziali criminali che l’area è curata e, quindi, soggetta a un controllo più efficace rispetto a un’area simile, ma con meno alberi.
In secondo luogo, la vegetazione può essere messa in relazione con altre variabili che possono confondere alcuni dei modelli statistici utilizzati in letteratura. Ad esempio, il reddito, il modello di insediamento, le caratteristiche costruttive e le classiche strutture che aumentano la sicurezza (come le sbarre alla finestra) o che agevolano la sorveglianza (come l’illuminazione stradale) possono spiegare alcuni degli effetti osservati.
Lo studio di Chicago.
Sebbene le ricerche abbiano identificato alcuni collegamenti tra paura del crimine e presenza di vegetazione, solo uno studio pubblicato ha esaminato il rapporto diretto tra questi due fattori.
Si tratta della ricerca effettuata alcuni anni sull’effetto della vegetazione sulla criminalità in 98 condomini in una zona a edilizia pubblica di Chicago. Risultò che la presenza di vegetazione, il cui livello fu misurato su una scala di 5 punti basandosi su foto aeree e a livello del suolo, è associata con una minore presenza di reati contro la persona e il patrimonio. In media è stato registrato nelle stazioni di polizia il 50% dei reati in meno. Questi risultati hanno implicazioni politiche importanti, che rafforzano i progetti di nuove aree verdi e della loro manutenzione.
Pur se è improbabile che qualcuno scelga di piantare un albero solamente per il potenziale effetto sulla criminalità, è importante sottolineare che, insieme a tutti gli altri benefici, la riduzione del crimine può fornire un ulteriore stimolo alla piantagione di alberi.
[…] chi volesse approfondire questi argomenti può leggere l’articolo scritto da Ferrini su Economia e Finanza o ascoltare la puntata del 12 gennaio “L’altro […]