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Non si è ancora realmente compreso che tutela e conservazione della natura significano rifiutare l’egoismo e la furberia, avvicinarsi diversamente ai grandi problemi della città, della produzione e, non ultimo, riformare la nostra valutazione di ciò che è “economico”.
Ecco che capire che la presenza di spazi verdi, pubblici e privati, aumenta non solo la qualità della vita, ma anche il suo tenore, e produce ricchezza materiale, magari non immediatamente tangibile, è fondamentale per migliorare l’esistente e, soprattutto, per incrementare le superfici destinate al verde. I benefici economici apportati dalla presenza delle piante, pur non facilmente determinabili, sono sia diretti sia indiretti. I primi sono collegati con il risparmio energetico, in termini di minori spese di condizionamento e riscaldamento.
A questi si aggiunge il fatto che il valore degli alberi aumenta dalla loro piantagione, fino a quando raggiungono la piena maturità. Essi rappresentano, inoltre, un notevole investimento.
Il valore delle case con giardino
Ad esempio, il valore di case con giardino è superiore a quello di case che ne sono prive. La sola aggiunta di una copertura erbosa ha prodotto, in una ricerca condotta negli Stati Uniti, un aumento di valore delle case del campione di circa il 10% e la loro migliore commerciabilità.
Tra le più autorevoli riviste di paesaggistica e di urbanistica, quella dell’American Forestry Association stimò, nell’ormai lontano 1985, il contributo ecologico annuale di un albero di 50 anni in circa 270$.
Pur essendo influenzato da numerosi altri fattori, l’aumento di prezzo degli immobili può variare dal 10 al 20% (Council of Trees and Landscape Tree Appraisers). Gli studi dello U.S. Forest Service hanno evidenziato che la presenza degli alberi incrementa il valore degli immobili dal 7 al 20%. Il primo lavoro che parla di questo effetto fu pubblicato nel 1965 dove si citava, a contrario, l’esempio di un’abitazione in vendita a 24.000 $ che, in seguito alla caduta di un albero posto di fronte ad essa, fu venduta a soli 15.000 $. In particolare, sono stati riscontrati aumenti dal 9 al 15% in Canada, del 10% in California, del 3-5% in Georgia (USA), del 5-12% in Olanda; un’indagine effettuata in Finlandia ha evidenziato che, in caso di urbanizzazione o, comunque, di rimozione della vegetazione arborea, il valore degli immobili era immediatamente diminuito del 7%.
Un test di valutazione effettuato in Massachusetts, sottoponendo ai periti case con e senza alberi, ha evidenziato differenze di prezzo comprese fra il 5 e 15%, a favore delle case con alberi (media 7%), mentre quando l’esperimento fu riferito a porzioni di terreno non costruite, la presenza di alberi nella simulazione ha mostrato un incremento nelle valutazioni dei periti del 30%. Risultati analoghi sono stati ottenuti nel Connecticut (range 6-10%) e nel South Carolina (8-10%).
Le esternalità positive delle aree verdi
Deve essere anche sottolineato che la presenza di piante non solo aggiunge valore alle abitazioni direttamente interessate, ma anche a quelle delle zone adiacenti. Un lavoro più recente ha analizzato i prezzi di case e terreni in relazione alla loro prossimità ad aree verdi urbane o a boschi, evidenziando come l’aumento di prezzo non sia solo dovuto a ragioni estetiche, ma anche alla percezione di vivere in un ambiente più salubre.
I benefici economici indiretti sono ancora superiori, poiché interessano intere comunità. Le spese per l’energia elettrica sono inferiori come pure i consumi di combustibili e, quindi, anche le emissioni inquinanti risultano ridotte. Non ultimo è l’effetto che la copertura vegetale esercita nel controllo degli eventi meteorici, soprattutto in relazione a eccezionali fenomeni idrici.
Risulta quindi possibile calcolare le esternalità positive date dalla presenza di aree verdi. Per esternalità s’intende un effetto esercitato dall’azione di un agente, per es. attraverso la produzione o il consumo di un bene, su un altro agente. Sulla Treccani online per spiegare l’esternalità positiva si usa questo esempio: se interpretiamo A e B come due vicini di casa, e assumiamo che A possieda un giardino adiacente alla casa di B (o sia presente uno spazio verde n.d.a.) e da essa visibile, allora siamo di fronte a un’esternalità positiva: l’utilità di B cresce come effetto della crescita della qualità del giardino di A, pur essendo una variabile che non è sotto il controllo di B. (http://www.treccani.it/…/italiano_vol…/225-238_x3.3x_ita.pdf,). Per cui la presenza di aree verdi è un beneficio per tutti.
Purtroppo, su questo fronte non si intravvedono novità. I progetti, per la maggior parte delle nostre città, trattano ancora di costruire case, dedicando all’edilizia tutte le aree potenzialmente recuperabili e destinabili a verde. Dovremmo renderci conto che così si costruiscono città invivibili, dove si sta male, dove non ci sono aree di incontro che possano assicurare quella che gli inglesi chiamano “restorativeness”, cioè capacità rigenerativa degli spazi verdi urbani che è un importante mediatore del benessere percepito dai cittadini. È noto che all’aumentare del tempo trascorso all’interno di un’area verde e dei valori di capacità rigenerativa percepita, aumenta in maniera lineare il livello di benessere dei suoi fruitori.
Chiedere alberi per le nostre città significa chiedere una città a misura d’uomo, soprattutto per le generazioni future.