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Fotografie di fotografi

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Tempo di lettura: due minuti.

Ne avevo già sentito parlare, ma non pensavo che mi potesse interessare più di tanto.

Immaginavo che la Galleria Studio fosse una delle tante iniziative autocelebrative che rivelano finalità scontate. Ricevere per appuntamento, poi! Un distaccato snobismo che invece di avvicinare, allontanava.

Invece l’esperienza è stata un turbinio di piacevoli sorprese. Un raggio di luce in una delle tante oasi nascoste in città, che custodiscono con sapienza angoli di cultura. Nello specifico, un’oasi fotografica, curata con professionalità e passione da un gallerista specializzato, al passo coi tempi.

La mostra, che ho avuto l’opportunita’ di visitare, e le illustrazioni ricevute sono state una full immersion nella storia della fotografia italiana.

Così per i presenti, è stata una sequenza di spunti evocativi e di raccordi tra i vari autori e i periodi.

Dalla scoperta dei “neri” di Gianni Berengo Gardin, accostato ad Henry Cartier Bresson per il suo lirismo fotografico,  che superava fra i primi il trauma della guerra che legava il nero al regime fascista, sostituendolo con i toni chiari, secondo le mode del tempo; alla lettura dell’ideologia politica sottostante alle fotografie di Fulvio Roiter (noto soprattutto per i suoi scatti su Venezia); dall’accostamento di Mario Giacomelli (quello dei pretini e delle donne di Scanno) alle produzioni fotografiche e alle tecniche di stampa “sottrattiva”; alla creatività e varietà delle foto di Enzo Sellerio (coeditore, con la moglie Elvira, della nota casa editrice), verista, impressionista, descrittivo; dalle immagini del paparazzo Tazio Secchiaroli, contrapposte ai suoi altrettanto splendidi ritratti Anni sessanta; alle tendenze emulative della fotografia pittorica/scultorica e ai relativi utilizzi della luce. E alle altre tendenze delle tante fotografie esposte, con relative anedottiche.

Insomma, è stato come scorrere un piccolo e denso trattato di fotografia.

Catturati dall’eleganza espositiva del padrone di casa, in compagnia di una fresca bottiglia di prosecco e accomodati in un accogliente salotto circondati da carte, volumi e una miriade di stampe fotografiche, abbiamo continuato a dialogare su argomenti di fotografia. Racconti, storie, competizioni, contraddizioni, contapposizioni, connubi, positività, gelosie.

Riferimenti non potevano mancare alla grande Letizia Battaglia, assurta alla piena notorietà per le fotografie sugli omicidi di mafia, alla casualità della nascita di un fotografo professionista, alla mancata opportunità di creare finora un organico museo cittadino della fotografia, all’idea di un Centro Internazionale di Fotografia, con le sue prospettive e le sue modalità di gestione.

La discussione si è indirizzata anche sull’origine del Mibact del Ministro Franceschini, delegato alla gestione fattuale alla Bravetta, sui relativi retroscena e sui possibili sviluppi dell’intero progetto. Sono anche emersi pareri sulle visioni culturali delle amministrazioni pubbliche in merito alla gestione delle tante iniziative, alle relative sponsorizzazioni e a tanto altro.

In tutto questo discutere, non rendendoci conto che il tempo intanto era volato, ci siamo trovati accomunati e immersi nella nostra ars photographica, come raramente ci era accaduto prima.

In conclusione, un pomeriggio ben speso e l’opportunità di visionare le tante opere esposte,  assaporandone contenuti, storie e suggestioni, è stata veramente appagante.

Buona luce a tutti!

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