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La lettera ricevuta dal Governo Italiano sul programma di finanza pubblica è importante per due motivi. Non entra nel merito delle scelte di politica macroeconomica e fiscale, perchè ancora non ci sono. Entra invece in alcune principali variabili di finanza pubblica e del loro andamento nel periodo 2019- 2021. Ricorda inoltre come il Governo abbia messo in discussione impegni sia del precedente Governo sia di questo in carica. Alcune decisioni erano state assicurate proprio dal consenso italiano nelle riunioni dell’Eurogruppo di giugno e luglio di quest’anno.
Il focus dei rilievi è sull’anno fiscale 2019, ma hanno un impatto notevole su tutta la struttura della manovra. Pur scontando qualche approssimazione, proviamo a tradurre in numeri i rilievi sollevati e li trasferiamo sulla tabella fondamentale del Def riportata in alto. In rosso sono indicati i parametri oggetto di rilievo. In verde il percorso da fare, riferito ovviamente agli impegni presi in precedenza. Un quadro quindi esaustivo che ci consente pure di capire qualcosa altro, non strettamente di natura tecnica.
Il deficit dei prossimi 3 anni si mantiene entro il 3 per cento ovvero entro la regola aurea stabilità da Maastricht. Non basta perchè dobbiamo rispettare il Programma di Stabilità per il 2018, che ci deriva dal Patto di Stabilità e Crescita, e la regola del debito. Quindi non è un solo vincolo, ma sono 3, di cui gli ultimi due introdotti rispettivamente nel 2005 e nel 2011. Queste condizioni tengono conto anche di benefici, seppure limitati, concessi per l’accoglienza rifugiati e l’assistenza alle popolazioni terremotate.
Il sentiero è di più anni ed è quello segnato nella tabella in verde già concordato.Se vediamo le proposte di oggi ci accorgiamo che le componenti strutturali del bilancio (segnate in rosso) cioè l’indebitamento strutturale e le rispettive variazioni strutturali sono in completo disallineamento . Non raggiungono l’equilibrio di bilancio richiesto. Questi risultati sono ottenuti anche con la previsione di un notevole aumento del PIL per i prossimi anni. Tutto da verificare!
Dunque, il ragionamento dei nostri controllori è sui saldi almeno per ora. Sulle componenti di spesa anche quelle più critiche come flat tax, pensioni e reddito di cittadinanza non si esprimono, rimandando il giudizio alla legge di bilancio.
Ora, farsi bocciare sui saldi è inquietante. Per qualsiasi governo, di qualunque colore sia la sua maggioranza, è un punto a sfavore. Il Paese ha risorse non dichiarate frutto di evasione e corruzione che potrebbero davvero cambiare i saldi strutturali della finanza pubblica. Le cifre dell’evasione per oltre 100 miliardi di euro anche per quest’anno sono impressionanti. Sono riportate in un allegato alla Nota del Def che non pare essere richiamata nei contenuti del documento. Quelle cifre stanno lì a ricordare quel che siamo e quel che non vogliamo fare per i prossimi 3 anni e come sempre. Cioè intervenire strutturalmente su questi fronti. In uno dei documenti indicati nella lettera (Raccomandazione del Consiglio Europeo del giugno 2018) il cahier des doleances é drammatico. Sono elencate tutte le riforme di carattere sostanziale non fatte che frenano il nostro sviluppo.
Ricordiamone alcune: banche inefficienti, scarsa diffusione dei pagamenti elettronici, economia sommersa, giustizia, rispetto della legalità, pensioni erogate non rapportate ai contributi versati, ecc. Amen.
Politicamente parlando si perde l’occasione di un vero cambiamento per dimostrare che chi governa non è stato portato a palazzo Chigi da un voto di protesta. Non ci pare invece l’inizio di una nuova classe politica. E’ qualcosa di incompiuto che non ha un punto di arrivo.
Dispiace anche dover notare che la tecnocrazia del nostro paese sia rimasta a guardare. Chi ha minacciato le dimissioni, chi incontra i cittadini nelle città italiane, chi ancora si è votato francescanamente ad educarci alla finanza e alla comunicazione, chi urla alla luna per le distorsioni del nostro sistema previdenziale e chi fa previsioni economiche un po’ come Branko con gli oroscopi.
Aggiungi un posto a tavola, che c’e’ un amico in piu’!
Difficile credere ai politici. Ma difficile anche avere fiducia nelle istituzioni.