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Strano mese quello di ottobre da noi!
Rientrando dalle ferie si fa l’elogio di tutto: del Def e della sua proliferazione incontrollata di numeri, dell’educazione finanziaria e ora non senza sorpresa anche della comunicazione.
A Venezia in una straordinaria giornata di sole che invoglia a crogiolarsi al dolce tepore del Lido, il dr. Rossi della Banca d’Italia in domo Foscari ha fatto un importante intervento. Ha elogiato la comunicazione e ci ha dettato l’agenda. Vale a dire come si fa a comunicare. Facendosi egli stesso una serie di domande e dandosi le risposte, afferma che è difficile comunicare l’economia anche se è necessario divugarla. Il mio vicino di casa, che sia avvocato o idraulico, deve capire il mio ragionamento economico. Ha soggiunto tanto per essere chiaro.
Ora non è proprio un compito della Banca Centrale dettare regole anche sulla comunicazione. Pure loro in fondo stanno lottando da tempo per far capire agli italiani cosa stiano facendo. Infatti, i nostri concittadini non hanno ancora una chiara percezione di questo. Ci sentiamo tutti ignoranti dopo aver ascoltato queste dotte lectio magistralis. Viene in mente un celebre aforisma di Oscar Wilde “Tutti coloro che non sanno imparare si sono messi ad insegnare.”
Per superare queste cadute di stile e per dimostrare che, in fondo, a scuola ci siamo stati un po’ tutti, vi proponiamo 3 brevi considerazioni in merito.
Abbiamo sottoposto una pagina della lectio di Rossi al test di leggibilità di una nota applicazione informatica, che è disponibile anche per analizzare testi in italiano. Il risultato è di non sufficienza. Su 7 parametri il discorso del Dottor Rossi ne supera solo due. Rimandato in leggibilita’.
Le questioni che solleva Rossi sono comunque di rilievo. Pensiamo a come sono state raccontate le crisi bancarie o lo scempio di numeri che si è fatto in questi giorni per il Def. La comunicazione economica quasi non esiste in Italia. Il motivo è semplice. Non abbiamo a differenza dei paesi anglosassoni una letteratura economica, novelle e romanzi, che raccontano l’economia nelle storie di personaggi, nelle sofferenze delle masse, nella violenza delle crisi economiche. E se ci pensate bene pochi film della pur grande tradizione cinematografica italiana sono dedicati a vicende economiche. Se ci rivolgiamo a Hollywood abbiamo invece solo l’imbarazzo della scelta.
Ovviamente vi sono delle eccezioni. Eccezioni che richiedono coraggio, sacrificio e un pizzico di ambizione. Questo sito ne vuole essere un esempio, in quanto ci impegniamo a curare con attenzione la qualità dei nostri scritti e la loro leggibilità sottoponendoli a test di stress, per migliorarli prima della pubblicazione.
A tale proposito e per restare in tema, diamo di seguito un esempio concreto di comunicazione economica.
Il prof.Roberto Perotti su la voce.info ha scritto un ottimo articolo sull’obbligo del pareggio del bilancio pubblico intitolato “L’errore di Mattarella”. Sottolineando la difficoltà di far capire ai politici la consistenza delle regole europee da non banalizzare con un semplice numero, il professore in modo esaustivo le racconta.
E si capisce che pareggio di bilancio non è l’uguaglianza tra entrate e uscite, ma qualcosa d’altro e più articolato. Ma, se ben spiegato, lo possono capire anche l’idraulico e l’avvocato, l’audience di rifermento che sta tanto a cuore al dr. Rossi. E se si hanno ancora dubbi quando chiamiamo l’idraulico a casa nostra proviamo a chiedergli se ha inteso bene.
Pochi giorni fa partendo da una analoga considerazione circa l’incomunicabilità di molti articoli della stampa specializzata e non, in un nostro articolo sulla regola del deficit del 3 per cento siamo arrivati alle stesse conclusioni.
Ah, dimenticavamo di dire che l’articolo del professor Perotti passa agevolmente il test di leggibilità, superando ben 5 parametri su 6. Pienamente promosso!