Home Mediterraneo Pagamenti elettronici. Caro amico, ti sbagli (2/3)

Pagamenti elettronici. Caro amico, ti sbagli (2/3)

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Siamo alle solite! I detrattori e gli sfascia carrozze sono sempre al lavoro. Si riconoscono facilmente. Sono coloro che parlano sempre di arretratezza del paese rispetto all’Europa.

Ora basta davvero.  Dobbiamo rovesciare la situazione che secondo i nostri nemici ci vede in posizione da fondo classifica in molti campi e prenderci qualche meritata rivincita. Vedrete che passare dall’ultimo al primo posto non è poi così difficile e la nostra autostima tornerà a corroborarsi.

E non è che proviamo per esempio a sostenere che la corruzione è un vantaggio perché lubrifica l’economia o che la lunghezza dei procedimenti giudiziari è solo un modo per giungere a decisioni più ponderate, attribuendo, come avviene per il vino, un effetto positivo alla lentezza e all’invecchiamento. E l’elenco potrebbe paradossalmente continuare, ma nessuno ci prenderebbe per sani di mente.

Io ho un amico che appartiene alla categoria dei disfattisti. Ci ricasca sempre quando escono le statistiche europee sui pagamenti diversi dal contante. Sui pagamenti elettronici, per intenderci. E giù con le reprimende su un paese che affonda in uno stato di primitivismo digitale il quale, invece di ridursi, aumenta. E per farsi sentire usa titoli provocatori, come l’ultima volta, che su questa piattaforma, a fianco di questo mio pezzo, ha l’ardire di proclamare: Pagamenti elettronici Rapporto BCE e tonfo dell’Italia.

Dalla cura che mette nel portare argomenti, numeri e indicatori di vario genere,sembra quasi compiacersi dei nostri ritardi e del fatto che tutti ci sopravanzino. Anche gli ultimi arrivati alla tavola europea.

Eh, questa volta ti sbagli e di grosso, amico mio. Siamo i migliori d’Europa, non vedi?

Dammi un minuto che te lo spiego. Anzi lo puoi ben capire da solo, leggendo questo simpatico opuscoletto appena pubblicato dal Gruppo Italiano del Partito Popolare Europeo al Parlamento europeo dal titolo inequivocabile.

Il nostro Euro: stabile, stimolante, vincente.

Messaggi chiari e netti. Parole convincenti e coinvolgenti. Futuro delle persone, Responsabilità, Solidarieta’, Legittimità democratica. Una grafica elegante. Tutto pro europeo, nulla quaestio. Chi può non essere d’accordo!

Infine l’ultimo, rassicurante paragrafo: I nostri risparmi in mani sicure. E l’indicazione di come fare.

Bisogna tenere in ordine il nostro settore  bancario, la Bce deve restare indipendente e abbandonare solo gradualmente le politiche di acquisto dei titoli del nostro debito pubblico. Chi può essere contrario a questo disarmante buon senso?

E dulcis in fundo il punto più emozionalmente edificante di tutti che recita:

“Poiché i cittadini sono affezionati alla loro moneta, il Gruppo PPE continuerà a difendere la possibilità di pagare in contanti. Respingiamo ogni iniziativa volta a creare un’Europa senza contanti.”

Ecco il gioco è fatto! Semplice e sicuro. E siccome tra i più affezionati al contante siamo noi e lo abbiamo sempre dimostrato, siamo anche i primi assoluti di questa meritevole classifica.

Siamo i più appassionati difensori delle colorate banconote europee. Siamo noi i più europei di tutti. Sono gli altri i subdoli sostenitori di una moda modernista fatta di moneta di plastica, di pagamenti su Internet e via smartphone, di piattaforme pubbliche e private di pagamenti istantanei. Di SEPA, di pagoPA, di commercio elettronico e di altre cervellotiche e diaboliche modalità di pagamento elettronico, volute dalle plutocrazie monetario-tecnologiche mondiali. Noi facciamo trionfare i nostri valori e siamo finalmente i più virtuosi. I più evoluti d’Europa. I primi.

O siamo più semplicemente i soliti furbi?

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