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In precedenti articoli abbiamo illustrato le difficoltà per un consumatore/risparmiatore italiano a dipanare la matassa delle conoscenze necessarie in funzione delle scelte di ognuno. Troppe Autorità di settore create negli anni, inevitabili questioni di competenze e di coordinamento tra di loro e lentezza delle decisioni. Vi è inoltre il malessere che da sempre affligge la nostra società civile: la iper produzione legislativa, una selva oscura in cui ci si smarrisce. Con questo in mente abbiamo provato ad eseguire un test di leggibilità su alcuni dei loro documenti.
Sono in effetti le più ricorrenti forme di comunicazione con il pubblico. Danno conto di come esse esercitano di anno in anno i controlli sulle attività assegnate. I passi più importanti sono oggetto di approfondimenti e di articoli della stampa specializzata e non.
A come parlano le Autorità dedichiamo 3 articoli. In essi si alternano metodologia usata, principali risultati e considerazioni sullo stato delle cose.
Leggibilità dei documenti
La logica del test è semplice ed è molto radicata anche nel mondo di Internet. In breve, è il contrario della grafia illeggibile con la quale alcuni medici continuano a scrivere le loro ricette e di come parlava Azzeccagarbugli. “All’Avvocato bisogna raccontare le cose in modo chiaro; a noi tocca a imbrogliarle.” Disse il bisunto personaggio al giovane Renzo dall’alto della sua pluriennale pratica forense.
Con l’avvento di Internet le esigenze di leggibilità sono aumentate.
Se il testo,infatti, è troppo complicato non è leggibile. Può spaventare il lettore che cercherà altrove. Un testo difficile allontana e questo può essere carpito dai siti web attraverso il cosiddetto Bounce Rate o tasso di rimbalzo, che misura la rapidità di abbandono di un sito. Quindi bisogna essere sicuri che il testo sia ben scritto e non difficile da leggere.
Internet a parte, le organizzazioni di grandi dimensioni hanno in genere una cura maniacale nella redazione dei testi perché ne va della loro reputazione.
Il meglio della leggibilità è per esempio la frase: amo mangiare. Nessun articolo o preposizione, solo due verbi in grado di giungere direttamente al punto. In letteratura punteggio di ottima leggibilità è dei Vangeli e delle opere di Shakespeare. I criteri da seguire sono pochi e variamente combinati negli indicatori che abbiamo prescelto. Poche parole in una frase, parole brevi, parole a contenuto lessicale tipo verbi e sostantivi.
Quanto detto finora va preso cum grano salis. Uno dei massimi capolavori della letteratura inglese, l’Ulisse di Joyce, sarebbe da buttare alle ortiche. Il 18mo episodio è il monologo interiore di Molly Bloom. Scritto in modo totalmente sconnesso è formato da 8 frasi e 10.000 parole senza punteggiatura! Di rimando, i difensori dei test potrebbero obiettare che sono pochi ad aver letto il romanzo. Il che è notoriamente vero.
Un esperimento
Alla fine di questo esperimento, che come vedrete non porta a risultati esaltanti, suggeriamo tre miglioramenti.
Il primo è scrivere sotto il controllo di un software di leggibilità. In tempo reale si capisce come stiamo scrivendo, il che cosa ovviamente dipende da altro. Per esempio l’articolo che state leggendo ha un punteggio di 60 nel Flesh Reading Ease che è soddisfacente. Ancora più interessante è di volta in volta modificare il testo in base ai suggerimenti di miglioramento. Provare per credere.
Il secondo è illustrare i principali passaggi di queste relazioni negli innumerevoli corsi di educazione finanziaria. In molti casi essi sono finanziati con risorse pubbliche. Quello che le Authority fanno per il nostro bene va spiegato in modo semplice e bisogna avere la ragionevole certezza che il lettore medio capisca la comunicazione di cui è destinatario.
Infine, come in altri paesi, bisogna rendere obbligatori i test di leggibilità in altri campi. Risulta per esempio che in USA già lo sono nel mondo delle cure mediche, delle polizze assicurative e di altri prodotti finanziari.