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La Piramide Alimentare Toscana®️, strumento di salute per tutti 1/3

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Piramide Alimentare Toscana

Tempo di lettura cinque minuti.

Economia & Finanza Verde presenta in tre puntate la storia della Piramide Alimentare Toscana scritta per noi dal dottor Francesco Cipriani, promotore e coordinatore scientifico della iniziativa. La PAT®️ è  strumento di educazione alimentare ed esempio di efficacia comunicativa, al cui fondamento stanno approfonditi studi sui valori nutrizionali degli alimenti. E’ un caso di impresa culturale, in cui scienza e comunicazione hanno trovato una sintesi valida per diffondere principi di educazione alla salute, che potrebbe aprire a nuove modalità di divulgazione scientifica, in luogo di alcune preoccupanti tendenze all’approssimazione e all’opinionismo.

La salute alimentare

L’importanza dell’alimentazione per la salute è supportata dai risultati di decenni di studi epidemiologici e di sperimentazioni in laboratorio.

Quasi un terzo dei tumori e delle malattie cardiovascolari, che insieme rendono conto di almeno due cause di morte su tre, è dovuto a ad un’alimentazione squilibrata. Ed anche diabete, osteoporosi e malattie dell’apparato digerente dipendono in larga misura da ciò che si mangia. Così  come obesità, sovrappeso, ipertensione e ipercolesterolemia.

Tutti precursori di malattie che l’invecchiamento porta con sé.

La buona notizia è che la durata della vita sta continuando ad aumentare sempre più, in particolare in Italia ed in Toscana. La cattiva è che una parte degli anni vissuti in più vengono trascorsi con disabilità.

Oggi sappiamo che l’alimentazione è un fattore decisivo per mantenersi in pieno benessere, anche da anziani.

Tutti i Paesi sono alle prese con i conti per mantenere sistemi sanitari che devono fare le spese con le malattie croniche che avanzano con l’invecchiamento. Di qui l’interesse per strategie di sanità pubblica per favorire condizioni ambientali che spingono le famiglie a portare sulle tavole di oggi la salute di domani.

I governi sono invitati a muoversi per tempo, assumendo la regia e la gestione di interventi efficaci sugli stili di vita, anche per contenere le diseguaglianze di salute tra chi è istruito e benestante e chi è più in difficoltà.

Il numero di anni passato a scuola – lo sappiamo ormai con certezza – e’ tra le determinanti più forti della salute, insieme a corrette abitudini di vita, come non fumare, bere con moderazione, fare tanta attività fisica. E le cose vanno a braccetto.

Per la Toscana l’alimentazione è sempre stato qualcosa di più di salute e benessere. E’ anche identità culturale e appartenenza, consolidata nelle tradizioni gastronomiche e nei prodotti locali. E’punto di riferimento del mondo agricolo, del commercio, del turismo e attore non irrilevante dell’equilibrio ambientale.

PAT, un progetto multidisciplinare

Già a metà degli anni 2000 alle due Agenzie regionali della sanità (ARS) e dell’Agricoltura (ARSIA) non era sfuggito l’impatto delle scelte alimentari su agricoltura, economia, ambiente e salute e decisero di sviluppare iniziative congiunte, mosse anche da ulteriori valutazioni, quali:

il consumatore evoluto indirizza sempre più le proprie scelte alimentari non solo in base a prezzo e gusto, tradizionali motori degli orientamenti a tavola, ma anche in ragione del valore salutistico degli alimenti. Fortuna o disgrazia di molti cibi si gioca sull’informazione “fa bene – fa male” che arriva dalle pagine dei giornali e del web;

gli operatori delle filiere alimentari, dalla produzione alla distribuzione, pur percependo i cambiamenti della domanda dei consumatori, non sempre sono correttamente e tempestivamente informati sui risultati aggiornati delle ricerche sui rapporti tra dieta e salute e sul conseguente impatto sulla domanda dei loro prodotti;

troppe informazioni su “cibi che fanno male e cibi che fanno bene” si riversano dai laboratori dei ricercatori direttamente ai canali mediatici, con indicazioni spesso contradditorie. Sono talvolta indotte da opportunità commerciali, quando non da pregiudizi culturali o da mediocre approccio scientifico. Circola confusione e disorientamento e non è mai del tutto chiaro di quali informazioni ci si possa fidare. Si avverte la necessità  di raccomandazioni nutrizionali semplici da capire e mettere in pratica. Servono istruzioni con dati affidabili e credibili, prodotti da istituzioni pubbliche con il solo interesse del benessere della collettività;

– le politiche toscane sulla produzione agroalimentare, come lo sviluppo della tracciabilità, l’incremento delle produzioni biologiche, la valorizzazione di cultivar e di razze tradizionali e la crescente attenzione dedicata al benessere animale negli allevamenti, hanno significative, ma poco conosciute, correlazioni con la salute umana.

Seminari tematici

Alla luce di queste considerazioni, le due Agenzie regionali organizzarono tra il 2003 ed il 2005 cinque seminari tematici sui rapporti tra alimenti tipici toscani e salute: 1) vino e olio; 2) carne e prodotti lattiero-caseari; 3) prodotti della pesca; 4) cereali e derivati; 5) prodotti ortofrutticoli.

Queste iniziative coinvolsero, per ciascuna filiera, professionisti toscani e nazionali della ricerca agronomica e sanitaria, produttori, distributori, rappresentanti di categoria e  consumatori. In ogni seminario fu fatto il punto sull’impatto delle modalità di produzione, allevamento, coltivazione, raccolta, conservazione, trasformazione e distribuzione, sulle caratteristiche nutrizionali dei prodotti e sulle evidenze scientifiche degli esiti per la salute.

In seguito al successo del ciclo di seminari multidisciplinari, la Presidenza della Regione Toscana incaricò alcuni esperti di costituire un Gruppo regionale di lavoro per definire e condividere le evidenze più affidabili emerse e valorizzare gli elementi coerenti con le politiche di sviluppo economico, ambientale, agricolo e sanitario della Regione stessa.

Il coordinamento dell’iniziativa fu assunto dall’Osservatorio di Epidemiologia dell’ARS.

Al Gruppo di lavoro dettero la loro collaborazione medici, biologi, veterinari, agronomi, epidemiologi, economisti con esperienza in ambito nutrizionale, individuati dagli allora Presidi delle Università di Firenze, Pisa e Siena e dai Direttori dei principali centri e istituti di ricerca regionali, insieme a rappresentanti scientifici di ARS, ARSIA e delle Direzioni generali della salute e dello sviluppo economico della Regione Toscana.  

Nella prossima puntata sono esposti i risultati di quegli studi. (continua)

 

 

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